sabato 5 maggio 2012


ARTEMISIA – Le ALPI del MARE- A BRIGA’ - 2012-
Quando si incide un disco tradizionale si corre sempre il rischio del popolaresco, del vernacolo o dell’attitudine filologica. A Brigà, invece, tenta la miglior via dell’invenzione della tradizione. Facendo su è giù per le vie marenche, che dall’interno raggiungono il mare attraverso l’ Appennino Ligure e le Alpi Marittime,  intraprende un viaggio che ha come guide i grandi etnomusicologi, ma imbocca i propri sentieri al momento giusto, prima che la nebbia del compiacimento li renda impervi.
Marta Giardina non ha una voce popolare in senso stretto, non tenta di renderla incolta o caratterizzata; in pubblico non indossa abiti da contadinotta o da brigantessa del Regno delle due Sicilie, così come Alex Raso alla chitarra, che pur ne avrebbe le fisique du role, non s’atteggia a menestrello, non imbraccia chitarre battenti o improbabili cordami medievali; anche il violino di Luca Pesenti non vuole scatenare danze diaboliche, sottolinea a matita, tratteggia, ed Elena Virtù ha l’aplomb dell’ orchestrale anche quando depone l’archetto e spizzica le corde del  contrabbasso.
Tutti gli arrangiamenti risentono della provenienza dei singoli musicisti, così il prodotto finale non è mai appesantito da pretenziose sonorità etniche.
Seguendo la Brigà lungo la Val Nervia, incontriamo Artemisia, alla ricerca di un amore impossibile a causa del suo incontentabile gusto: è un piacere danzare con lei al ritmo di un valzer dispari. Una lunga tirata fino alla Valle Bormida, dove possiamo apprezzare un tipico canto rituale primaverile, Il canto delle uova, che i giovani usano improvvisare di casa in casa per ricevere in dono uova ed altre vivande.
Viene sera e nel bivacco che ci concediamo in  qualche villaggio delle valli imperiesi,  ecco levarsi uno struggente canto d’amore non corrisposto  Ed or n’è chiusa la porta e la persiana, arrangiato per voce, contrabbasso e violino, e poi all’osteria, carichi di vino, intoniamo Moretto. A Marta Giardina non serve salire sui tavoli per farsi ascoltare.
Non può mancare sulla nostra strada un cavaliere con le sue profferte d’amore ad una bella e scaltra giovinetta, che nella più tipica immagine dei canti tradizionali, attinge acqua alla fontana: sui materiali recuperati da Lomax e Carpitella, il maestro Luca Pesenti arrangia con gusto La fontanella, nota anche come La bevanda sonnifera.
Un bel disco a mezzo costa nella tradizione orale.
http://soundcloud.com/a-briga