ARTEMISIA
– Le ALPI del MARE- A BRIGA’ - 2012-
Quando si incide un disco
tradizionale si corre sempre il rischio del popolaresco, del vernacolo o
dell’attitudine filologica. A Brigà, invece, tenta la miglior via
dell’invenzione della tradizione. Facendo su è giù per le vie marenche, che
dall’interno raggiungono il mare attraverso l’ Appennino Ligure e le Alpi
Marittime, intraprende un viaggio che ha
come guide i grandi etnomusicologi, ma imbocca i propri sentieri al momento
giusto, prima che la nebbia del compiacimento li renda impervi.
Marta Giardina non ha una
voce popolare in senso stretto, non tenta di renderla incolta o caratterizzata;
in pubblico non indossa abiti da contadinotta o da brigantessa del Regno delle
due Sicilie, così come Alex Raso alla chitarra, che pur ne avrebbe le fisique
du role, non s’atteggia a menestrello, non imbraccia chitarre battenti o
improbabili cordami medievali; anche il violino di Luca Pesenti non vuole
scatenare danze diaboliche, sottolinea a matita, tratteggia, ed Elena Virtù ha
l’aplomb dell’ orchestrale anche quando depone l’archetto e spizzica le corde
del contrabbasso.
Tutti gli arrangiamenti
risentono della provenienza dei singoli musicisti, così il prodotto finale non
è mai appesantito da pretenziose sonorità etniche.
Seguendo la Brigà lungo la
Val Nervia, incontriamo Artemisia,
alla ricerca di un amore impossibile a causa del suo incontentabile gusto: è un
piacere danzare con lei al ritmo di un valzer dispari. Una lunga tirata fino
alla Valle Bormida, dove possiamo apprezzare un tipico canto rituale
primaverile, Il canto delle uova, che
i giovani usano improvvisare di casa in casa per ricevere in dono uova ed altre
vivande.
Viene sera e nel bivacco
che ci concediamo in qualche villaggio
delle valli imperiesi, ecco levarsi uno
struggente canto d’amore non corrisposto
Ed or n’è chiusa la porta e la
persiana, arrangiato per voce, contrabbasso e violino, e poi all’osteria,
carichi di vino, intoniamo Moretto. A Marta
Giardina non serve salire sui tavoli per farsi ascoltare.
Non può mancare sulla nostra
strada un cavaliere con le sue profferte d’amore ad una bella e scaltra
giovinetta, che nella più tipica immagine dei canti tradizionali, attinge acqua
alla fontana: sui materiali recuperati da Lomax e Carpitella, il maestro Luca
Pesenti arrangia con gusto La fontanella, nota
anche come La bevanda sonnifera.
Un bel disco a mezzo costa nella tradizione orale.
http://soundcloud.com/a-briga