domenica 16 ottobre 2011

CANZONE POLITICA

MUSICAMOLESTA – LIBERTA’
La canzone politica è un fiume carsico: scompare nel sottosuolo per ricomparire qualche decennio più in là, qualche ingiustizia più in là.
Ecco allora “Libertà” il cavallo di battaglia di Musica Molesta, alias Didi Marenco, canzone antiberlusconiana e antisistema che spicca per il formidabile traino, tra atmosfere retrò e l’invettiva tipica della canzone ideologica.
Il brano è costruito attorno al concetto di libertà,nella contrapposizione tra la concezione televisivo-demagogica del Presidente del Consiglio e gli echi di Resistenza,Anarchia e Piazza.
Così, con uno sguardo alla Francia e alla Rivoluzione, Didi Marenco realizza una sintesi di impegno e romanticismo, nell’attesa di quel "Sol dell’avvenire" che sta per esplodere e di un amore rivoluzionario,disperato e di confine a cui ricongiungersi.

mercoledì 6 luglio 2011

SERGIO PENNAVARIA

Sergio Pennavaria in concerto ad Asti (Foto E. Cusimano)
Sergio Pennavaria ha tutto il mestiere dell’artista di strada, del busker, sempre pronto ad offrire un numero ad effetto, sempre scanzonato e circense per intrattenere il gentile pubblico,salvo poi destabilizzarlo in un sol colpo con la mimica selvaggia e il sottile disincanto dei suoi testi.
Camaleontico nello stile, in lui è chiara l’impronta della musica tradizionale del Sud Italia, ma sono altrettanto evidenti le contaminazioni balcaniche e arabeggianti e le suggestioni che tende a creare attraverso la sintesi di elementi teatrali e pittorici.
In polemica con la realtà che lo circonda, Pennavaria aggredisce i simboli dell’autorità e dell’omologazione,come nella metaforica  Il mercato dell’obbrobrio, dove non ci sono bancarelle ma solo sguardi in terra e ogni cosa fa paura, o in Tropea, città che fa da sfondo alla tradizionale diffidenza e ottusità dell’ordine costituito verso la creatività e la cultura.
Le sue canzoni sono spesso dei veri e propri inseguimenti, montagne russe, cascate di parole, scioglilingua che portano al capogiro, all’iperventilazione, tanto che un inaspettato blues o una ninna nanna sembrano pause dovute prima di sfinirsi nella tarantella.
Con la nuova formazione il sound è diventato più raffinato, ma Pennavaria mantiene la sua visceralità, i toni sarcastici e surreali, i precari equilibrismi del giocoliere.
Le tue parole 

martedì 5 luglio 2011

La canzone ri-popolare



La canzone popolare non è qualcosa da contrapporre alla musica colta, non è folklore da riscoprire con attitudine filologica, non è tradizione da conservare con ossequio, non è l'arte minore, frivola e un po' ciarlatana da cogliere con sufficienza, neppure è pop music da liquidare come commerciale. In questo senso è corretta concettualmente le distinzione che nel mondo anglosassone si fa tra pop music e folk music, dove l'una indica sostanzialmente la musica leggera,  legata alla distribuzione, e  l'altra la musica delle origini, legata ad usi e costumi che hanno radici ancestrali, pur tuttavia di questo qualche volta è anche bene non tener troppo conto,senza per ciò essere relativisti.

La canzone è un arte complessa, difficile da criticare, la canzone, nostro malgrado, è una cosa "seria". Sempre che si accetti l'idea di arte nel mercato,giacchè oggi la canzone fa sempre i conti col mercato, pur nella differenza di alcuni punti di partenza.
Di qui l'idea di una canzone restituita a chi l'ascolta: ri-popolare, appunto, ma anche, in metafora, l'idea feconda di ri-popolare con la musica, di restituire uno strumento culturale a chi ne vuol godere.










Dunque, benvenga lo studio, la consapevolezza, ma soprattutto la re-invenzione della tradizione, la sua manipolazione, il rimaneggiamento e qualunque artifizio non fine a se stesso.