mercoledì 6 luglio 2011

SERGIO PENNAVARIA

Sergio Pennavaria in concerto ad Asti (Foto E. Cusimano)
Sergio Pennavaria ha tutto il mestiere dell’artista di strada, del busker, sempre pronto ad offrire un numero ad effetto, sempre scanzonato e circense per intrattenere il gentile pubblico,salvo poi destabilizzarlo in un sol colpo con la mimica selvaggia e il sottile disincanto dei suoi testi.
Camaleontico nello stile, in lui è chiara l’impronta della musica tradizionale del Sud Italia, ma sono altrettanto evidenti le contaminazioni balcaniche e arabeggianti e le suggestioni che tende a creare attraverso la sintesi di elementi teatrali e pittorici.
In polemica con la realtà che lo circonda, Pennavaria aggredisce i simboli dell’autorità e dell’omologazione,come nella metaforica  Il mercato dell’obbrobrio, dove non ci sono bancarelle ma solo sguardi in terra e ogni cosa fa paura, o in Tropea, città che fa da sfondo alla tradizionale diffidenza e ottusità dell’ordine costituito verso la creatività e la cultura.
Le sue canzoni sono spesso dei veri e propri inseguimenti, montagne russe, cascate di parole, scioglilingua che portano al capogiro, all’iperventilazione, tanto che un inaspettato blues o una ninna nanna sembrano pause dovute prima di sfinirsi nella tarantella.
Con la nuova formazione il sound è diventato più raffinato, ma Pennavaria mantiene la sua visceralità, i toni sarcastici e surreali, i precari equilibrismi del giocoliere.
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