martedì 5 luglio 2011

La canzone ri-popolare



La canzone popolare non è qualcosa da contrapporre alla musica colta, non è folklore da riscoprire con attitudine filologica, non è tradizione da conservare con ossequio, non è l'arte minore, frivola e un po' ciarlatana da cogliere con sufficienza, neppure è pop music da liquidare come commerciale. In questo senso è corretta concettualmente le distinzione che nel mondo anglosassone si fa tra pop music e folk music, dove l'una indica sostanzialmente la musica leggera,  legata alla distribuzione, e  l'altra la musica delle origini, legata ad usi e costumi che hanno radici ancestrali, pur tuttavia di questo qualche volta è anche bene non tener troppo conto,senza per ciò essere relativisti.

La canzone è un arte complessa, difficile da criticare, la canzone, nostro malgrado, è una cosa "seria". Sempre che si accetti l'idea di arte nel mercato,giacchè oggi la canzone fa sempre i conti col mercato, pur nella differenza di alcuni punti di partenza.
Di qui l'idea di una canzone restituita a chi l'ascolta: ri-popolare, appunto, ma anche, in metafora, l'idea feconda di ri-popolare con la musica, di restituire uno strumento culturale a chi ne vuol godere.










Dunque, benvenga lo studio, la consapevolezza, ma soprattutto la re-invenzione della tradizione, la sua manipolazione, il rimaneggiamento e qualunque artifizio non fine a se stesso.

Nessun commento:

Posta un commento